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Human Rights Festival, a Venezia il cinema per i diritti umani

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di Chiara Gagliardi

Logo dell’EIUC

Uno spazio dedicato ai diritti umani attraverso l’arte, la musica e il cinema: questo è Building Bridges Human Rights Festival, attivo da quattro anni per diffondere la conoscenza dei valori fondamentali della vita umana. L’edizione di quest’anno è stata organizzata dall’EIUC (European Inter-University Centre for Human Rights and Democratisation), in particolare dagli studenti del Master Programme, e si è svolta a Venezia il 7 e l’8 dicembre nell’ex chiesa di Santa Marta. La parole chiave di questa edizione è stata «identità» e si è discusso molto del tema della migrazione.

Cosa accade a chi non può vivere la propria vita in maniera dignitosa, non vedendo riconosciuti tutti i propri diritti fondamentali? Come può essere l’esistenza di chi vede i valori della civiltà ancora molto lontani all’orizzonte?

La prima giornata ha visto la proiezione di una pellicola italiana, opera di un regista che da sempre è attento alla tematica dell’immigrazione e dell’integrazione: Mare Nostrum di Andrea Segre. A seguire, una tavola rotonda sulla tematica «The migrant matter» con il consigliere comunale di Venezia Jacopo Molina a fare da moderatore. Se fra gli stati ci fossero dei canali preferenziali di scambio animati dallo spirito di condivisione e in cui la migrazione fosse vissuta come una risorsa, probabilmente il mondo sarebbe visto in un’ottica nuova: è questa la tematica fondamentale analizzata durante il festival. A seguire, nella serata, una serie di cortometraggi tra cui anche The vagina monologues, realizzato dagli studenti dell’EIUC.

Un fotogramma di “Mare chiuso” di Andrea Segre

Nella seconda giornata, invece, è stata proposta la visione del film indiano Le petit peintre du Rajahstan di Rajkurmar Bahn (in sala era presente il regista, con cui poi si è svolto un interessante dibattito), seguito da Sta per piovere di Haider Rashid. Si affronta qui la tematica della «migrazione al contrario»: cosa accade quando si torna nella propria terra natale dopo anni all’estero?

Il festival ha dimostrato dunque che la migrazione non è fatta solo di recriminazioni e xenofobia e ha messo in luce coloro che sono in grado di mostrare, con grande creatività, la bellezza e la forza di una società plurale e di chi ogni giorno continua a lottare per questi valori.

L'articolo Human Rights Festival, a Venezia il cinema per i diritti umani è stato pubblicato su Il Referendum.


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